20 Feb

La giustizia sociale passa per la lotta alla povertà educativa

In Italia, la povertà educativa e il correlato accesso alla conoscenza e alla cultura rappresentano un problema ingombrante per ancora molti, troppi bambini. Il discorso riguarda soprattutto minori nati e cresciuti in contesti familiari, sociali ed economici particolarmente complicati.

Ai più, però, sono sconosciuti i danni che la povertà educativa può causare. Essendo impossibilitati non solamente ad apprendere, ma a coltivare capacità e pensieri, i bambini rischiano di non riuscire a sviluppare al meglio le proprie capacità cognitive e relazionali. Il problema, che all’apparenza può non sembrare particolarmente grave, potrebbe avere le sue ripercussioni durante la fase della vita adulta. Al momento dell’inserimento nella vita attiva della società, questi individui avvertirebbero una grave mancanza dovuta alle facoltà che non hanno avuto la possibilità di potenziare al meglio.

Finché questo gap educativo sarà tanto profondo, non potrà esserci giustizia sociale. Principalmente perché la cultura e l’istruzione sono le basi solide dalle quali partire per impegnarsi a formare una società più equa e giusta. La capacità di pensiero critico e la mente scevra da qualunque pregiudizio sono l’antidoto alle ingiustizie sociali.

La pandemia, purtroppo, ha non soltanto acutizzato un problema di disuguaglianze già fortemente radicato, ma ha permesso che ci si presentasse uno scenario preoccupante anche sotto il punto di vista formativo dell’istruzione. Ridurre la povertà educativa è un lavoro impegnativo che richiede tempi lunghi e sforzi enormi ma non è mai troppo tardi per invertire la rotta.

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