30 Gen

Human Respect: la mostra fotografica in cui la disabilità è autenticità

Al Centro sociale polifunzionale di Afragola, il terzo ed ultimo step del progetto “Human Respect” sul tema della diversità, che vogliamo intendere come autenticità, che scegliamo di vedere come ricchezza, come un enorme apporto di nuove doti e di principi, come l’importanza dell’aiuto, dell’educazione e – appunto – del rispetto.

 

“Human Respect” nasce infatti dalla consapevolezza che l’essere umano, nella nostra società, troppo spesso non viene rispettato in quanto essere individuale: gli operatori, insieme ai ragazzi e alle loro famiglie – la cui partecipazione è fondamentale per tutto il percorso -, tentano di superare tale limite spesso imposto dalla comunità stessa, rendendo protagonisti i ragazzi anche attraverso la propria immagine.

 

Le fotografie “messe in mostra” in questo ultimo step – realizzate da Pietro Cortese – sono state realizzate in bianco e nero, a rappresentare la possibilità che da questi toni possano nascere tutti gli altri colori, e sono sfumate come “sfumata” è a volte la capacità di una famiglia, di una comunità, ad accettare la disabilità.

 

Il percorso per immagini, studiato da un punto di vista pedagogico, parte dall’importanza della squadra – squadra che comprende non solo gli operatori e Sofia Flauto, che insieme hanno ideato il progetto, ma che coinvolge appieno i ragazzi. La rappresentazione dei ragazzi dà spazio alla loro individualità ed autenticità, al sentimento di unione con le proprie famiglie, ma anche alla difficoltà di non avere invece il supporto familiare.

 

Il percorso prosegue con specchi e meravigliosi caftani (realizzati dalla stilista Giovanna Panico), passando per un “hashtag” – simbolo dei ragazzi disabili che vogliono esistere e confrontarsi in questo presente moderno -, per arrivare ad un muro: il muro è l’immagine della barriera, della non-accettazione, da poter abbattere solo con il coraggio e il camminare insieme.

 

La chiusura del percorso passa… per l’inizio dello stesso, per la prima tappa, in una circolarità che trova nell’ultimo caftano – un caftano arcobaleno – il simbolo dei colori, della molteplicità umana: ogni individuo, dal bianco e nero, può scegliere il proprio “colore”, la propria essenza e personalità. Vale per ogni persona, e vale allo stesso modo per le persone con disabilità.

 

Presenti alla mostra anche Sofia Flauto, Luigi Belluomo di Pegaso, la psicologa Orsola Apolloni e la giornalista Pina Stendardo, che hanno preso parte al successivo dibattito – insieme agli operatori e alle famiglie.

 

Gli scatti della giornata sono state realizzati da Alfredo Petrini.

 

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